Da molti considerato il loro lavoro migliore, di certo incarna il vero spirito del gruppo, cioé quello della narrazione musicale. Per molti mesi gran parte dei fan si sono lambiccati il cervello nel tentativo di scoprire la complessa trama che sta alle spalle di questo concept, che ben si presta, visto l'intrico della stessa esposizione, a speculazioni di ogni genere.
Tuttavia una storia c'è, piuttosto sorprendente anche, che mette in luce la parte più spirituale dei Dream Theater, spiegando un po' il loro punto di vista sulla vita e la morte. La rappresentazione di questo vero e proprio testo teatrale è affidata come sempre alle arzigogolate e geometriche costruzioni del quintetto, la cui caratura tecnica è sempre su livelli spaventosi.
La sensazione immediata che si prova nel maneggiare il disco è quella trasmessa da un'opera molto ricercata, su cui si nota una cura del dettaglio a partire dal libretto, fino naturalmente al contenuto del cd. Unica nota stonata, la qualità della registrazione a mio giudizio non proprio eccezionale (sound un po' opaco).
Emerge fin dai primi secondi lo stile del concept, quando la voce dello psicoterepeuta ci introduce nel dramma. E' un inizio molto floydiano, dopotutto i Dream Theater piazzano spesso qua e là omaggi ai gruppi che del prog hanno fatto la storia. Ma si tratta solo di poche battute perché poi i cinque ingranano la marcia e partono subito spediti, lasciandosi dietro tutto e tutti per imporre il proprio sound con la consueta autorevolezza.
La prima mezz'ora va giù tutta d'un fiato, l'esecuzione si trascina dietro l'ascoltatore in una sorta di scivolo da luna park, lanciati a tutta velocità nello svolgersi del racconto. Giunti in fondo si tira momentaneamente il fiato ma dura poco perché poi si ricomincia, anche se i ritmi si fanno più cadenzati e vari, alternando momenti aggressivi e drammatici ad altri più riflessivi. Fino al gran finale, quando il sipario infine cala.
E' un'opera di forte impatto, anche eseguita dal vivo sul palco riesce ad emozionare. Il nuovo arrivato Rudess alle tastiere imprime subito la propria impronta al suono del gruppo, nel quale sembra integrarsi alla perfezione, dopotutto diverrà colonna portante negli anni successivi quando i Dream Theater acquisiranno una conformazione stabile e duratura.
In molti concordano sulla considerazione che proprio grazie a "Scenes from a memory" il gruppo abbia avuto la possibilità di uscire da una sorta di tunnel creativo, che rischiava di far perdere loro le (buone) idee sulle quali si basavano i primi, splendidi lavori. Di certo è in questo album che vengono gettate le basi di una impostazione che la band si porterà dietro nel decennio successivo, sulla quale costruirà la propria conformazione definitiva e maturerà le evoluzioni che ogni gruppo progressive cerca.
Anno di pubblicazione: 1999
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domenica 23 agosto 2009
SCENES FROM A MEMORY - Dream Theater
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Metal
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